Legno Riccio

SchedaSintomi
Complesso del Legno riccio
Rugose Wood, RW
Questo quadro infettivo fu segnalato per la prima volta in Puglia a metà degli anni sessanta; successivamente la sua presenza è stata evidenziata nelle altre aree viticole italiane e nella maggior parte delle altre nazioni a tradizione vitivinicola sia europee che extra-europee. Il Legno Riccio (in inglese Rugose Wood, RW) è una malattia particolarmente dannosa in quanto può portare perfino alla morte della pianta. Con il termine Legno Riccio, attualmente si intende una malattia complessa, costituita da 4 sindromi in grado di provocare importanti alterazioni a carico dei tessuti conduttori dell’ospite infetto. È possibile differenziare le 4 sindromi sulla base delle diverse reazioni sintomatologiche, che ciascuna di esse è in grado di determinare su specifiche viti indicatrici (V. rupestris, Kober 5BB e l’ibrido LN 33). In particolare esse sono:
a) la butteratura del legno di V. rupestris (Rupestris stem pitting, RSP)
b) la scanalatura del legno di Kober 5BB (Kober stem grooving, KSG)
c) la suberosi corticale (Corky bark, CB)
d) la scanalatura del legno di LN 33 (LN 33 stem grooving, LNSG).
Le diverse espressioni sintomatologiche dell’avvenuta infezione da RW possono variare notevolmente in funzione della varietà, della presenza di una delle virosi sopra ricordate e della possibile presenza nella stesso ospite di infezioni miste.
Sintomatologia
La sintomatologia, piuttosto complessa, si manifesta microscopicamente con scanalature o butterature a carico dei tessuti legnosi del fusto, in prossimità del punto d’innesto; è possibile, inoltre, rilevare sulle piante infette marcate differenze nel diametro dei due bionti. Rimuovendo il tessuto corticale nella zona del fusto sopra ricordata è possibile individuare irregolarità del cilindro legnoso (scanalature) in corrispondenza delle quali si notano protrusioni della faccia cambiale della corteccia. Spesso nelle piante infette si evidenziano, inoltre, vistosi ingrossamenti alla base del nesto con contemporanee riduzioni nelle dimensioni del portinnesto. Questa ultima sintomatologia era in precedenza attribuita a una incompatibilità di tipo fisiologico tra nesto e portinnesto. Le alterazioni dei tessuti vascolari sono attribuibili a infezioni sostenute da RSP e KSG, mentre i sintomi riferibili a CB consistono in fessurazioni e/o suberificazioni corticali sui tralci di più anni e/o sul fusto. Nel loro complesso le piante infette sono caratterizzate da ritardi nella ripresa vegetativa e nella schiusura delle gemme, nonché da una riduzione di sviluppo più o meno evidente associata nel corso degli anni a un graduale deperimento che può, nei casi più gravi, portare anche alla morte dell’ospite.
Trasmissione e diffusione
Fin dalla sua individuazione questa alterazione è stata considerata un’infezione a eziologia virale, sebbene solo in anni recenti è stato possibile associare, seppure non definitivamente, le diverse sintomatologie a specifici agenti infettivi. In particolare, è ormai pressoché certo che i Vitivirus, Grapevine virus A (GVA) e Grapevine virus B (GVB) siano gli agenti responsabili, rispettivamente, di KSG e CB, mentre recenti indagini, condotte in Puglia e in Toscana, hanno messo in discussione l’effettiva correlazione tra RSP e l’omonimo virus Grapevine Rupestris Stem Pitting associated Virus (GRSPaV), appartenente al genere Foveavirus. Relativamente alla trasmissione degli agenti virali implicati nel determinismo di questa malattia è ormai accertato che GVA e GVB possono essere trasmessi a breve distanza dalle stesse specie di coccidi e pseudococcidi vettrici di GLRaV 1 e GLRaV 3. Per ciò che concerne il vettore di GRSPaV questo non è ancora noto. La trasmissione a lunga distanza, anche per RW, è strettamente correlata alla commercializzazione di materiale di propagazione infetto, di cui è stato fatto ampio impiego in passato quando la malattia non era stata ancora individuata; ciò ha comportato che questa alterazione sia ormai considerata a diffusione ubiquitaria. La diffusione di RW e, in particolare, del vitivirus GVA nella nostra regione si aggira, complessivamente, intorno al 12-16%, anche se è possibile individuare aree vitivinicole (Montepulciano) e varietà minori (Vermentino) dove la presenza di questo virus risulta significativamente superiore. Trascurabile è, invece, la presenza di GVB negli impianti della Toscana essendo stato rilevato pochissime volte su piante “marginali”.
Diagnosi
Anche per il Legno Riccio l’accertamento della sua presenza era inizialmente possibile attraverso la tecnica dell’indexaggio sulle specie indicatrici del genere Vitis in precedenza ricordate. Successivamente, per quanto concerne i vitivirus GVA e GVB furono prodotti, a partire di primi anni novanta, specifici antisieri che hanno consentito anche per questi due virus una loro determinazione precoce e massale utilizzando i saggi ELISA. Il materiale da sottoporre alle indagini immunoenzimatiche può essere rappresentato da tessuti corticali maturi e foglie, tendendo sempre ben evidente che se si utilizza la matrice fogliare le analisi possono essere condotte solo nel periodo autunnale. Relativamente al rilevamento della presenza di GRSPaV la tecnica che può essere adottata è l’RT-PCR, a causa del basso potere antigenico di questo virus. Questo metodo può essere applicato, naturalmente, anche per la determinazione di GVA e GVB.
Danni economici
Le alterazioni a carico dei tessuti vascolari indotte da questa malattia si traducono in una riduzione del ricambio idrico alla quale possono associarsi altre alterazioni fisiologiche, anche di tipo ormonale, in grado di determinare un rapido deperimento e, talvolta, in relazione alla combinazione vitigno/portinnesto e alla virulenza dell’isolato virale, anche alla morte della pianta. Le piante infette possono presentare decrementi produttivi anche del 50%, difficoltà alla radicazione e maggior suscettibilità a condizioni climatiche avverse.
Last Update 18-01-2011
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