Descrizione
L’agente causale è un micete estremamente polifago, patogeno sia di piante arboree (fruttiferi, olivo, vite, ecc.) sia ortive (carciofo, melanzana, melone, patata, peperone, pomodoro, ecc.) oltre che essere diffuso su piante erbacee ed arbustive spontanee.
Si è visto che la malattia colpisce in modo particolare i giovani impianti. Questo perché le infezioni si sviluppano quando la messa a dimora delle piantine avviene in terreni su cui erano presenti colture particolarmente suscettibili al patogeno (ad es. solanacee). A seguito di ciò sia sui residui vegetali (radici) delle colture precedenti, sia nel terreno stesso, si possono sviluppare i microsclerozi, che costituiscono la forma di resistenza/conservazione del micete in oggetto, i quali possono sopravvivere anche diversi anni in assenza dell'ospite nel terreno.
Dai microsclerozi, in presenza di condizioni favorevoli si sviluppa il micelio del patogeno che, si propaga attraverso i suoi organi di diffusione costituiti dai conidi prodotti da caratteristici conidiofori. Il mezzo di penetrazione favorito, sulla pianta ospite, è l'apparato radicale. Le ferite da mezzi meccanici alla base del fusto possono favorire la penetrazione del fungo. La diffusione dell’agente causale della malattia avviene a livello radicale anche attraverso l’attività trofica di diversi nematodi della vite.
Il fungo una volta penetrato nei vasi linfatici rallenta/impedisce il movimento del flusso idrico in quanto occlude i vasi legnosi. Inoltre determina alterazioni dell’equilibrio ormonico e della produzione di metabolici da parte della pianta.
Sintomatologia e Danni
Durante il periodo primaverile, generalmente le piante infette non evidenziano sintomi specifici. Con l’aumentare delle temperature e la riduzione dell'umidità del terreno, in seguito all’occlusione dei vasi linfatici, si verificano i primi disseccamenti di foglie, germogli ed eventuali grappolini. Tali appassimenti avvengono anche in pochi giorni. Le foglie anche se completamente secche generalmente rimangono attaccate alla pianta. In corrispondenza del fusto è facile ritrovare delle spaccature longitudinali del tutto simili a quelle che si originano in seguito a danni da gelo. L’evoluzione delle infezioni può determinare il deperimento generale o parziale della pianta oltre che il disseccamento progressivo dei tralci e delle foglie. La malattia può provocare la morte della pianta in tempi variabili in relazione alle condizioni pedo-climatiche ed allo stato vegetativo della pianta stessa. Su piante attaccate ed in gran parte disseccate possono rimanere per periodi più o meno lunghi tralci apparentemente non sintomatici. Spesso si ha, a partire dalla base del fusto su piante attaccate, un riscoppio vegetativo con fuoriuscita di germogli.
Analizzando una sezione trasversale del fusto o tralcio si riscontrano imbrunimenti diffusi del legno ed in corrispondenza dei vasi linfatici le occlusioni con essudati scuri gommosi.
Tecniche diagnostiche
Le modalità di diagnosi si esplicano sostanzialmente attraverso l’osservazione dei sintomi in campo. Altro elemento diagnostico da non sottovalutare è costituito dall’esame delle sezioni trasversali di tralci e/o parti del fusto alla ricerca di eventuali alterazioni a livello dei tessuti conduttori. Possono essere effettuati isolamenti micologici a partire da sezioni di tralci e/o fusto, preventivamente sterilizzati in superficie e preferibilmente con fiamma, su substrati agarizzati nutritivi generici e/o semiselettivi. Gli isolamenti possono essere effettuati anche da campioni di terreno, ma in questo caso i substrati nutritivi utilizzati per poter far “evadere” il fungo, sono selettivi e particolarmente laboriosi.
Le attività di diagnosi attraverso l’utilizzo di tecniche di isolamento micologico dovrebbero essere effettuate a partire da inizio primavera fino ad inizio estate per poter isolare in modo agevole il fungo patogeno tracheomicotico in oggetto.
Prevenzione e difesa
Non disponendo di fungicidi specifici ed efficaci per poter combattere la malattia, la difesa si basa essenzialmente su criteri preventivi. In modo particolare:
- Evitare di effettuare un nuovo impianto su terreni precedentemente coltivati con specie suscettibili (ortive, ecc.) e su impianti esistenti evitare le consociazioni con specie facilmente soggette alla malattia.
- identificare le piante che presentano sintomi di tracheomicosi (in modo particolare durante i mesi estivi).
- Rimuovere in modo tempestivo le piante sintomatiche così identificate.
- Le operazioni di potatura dovrebbero essere effettuate con attrezzi disinfettati (ad es. con ipoclorito di sodio a varie diluizioni) e le piante sintomatiche dovrebbero essere potate per ultime.
Nome Comune | Verticillium dahliae |
---|
Famiglia | Mucedinacee |
---|
Genere | Verticillium |
---|
Specie | dahliae |
---|
Collegamento ad altre Schede fitosanitarie di malattie dello stesso agente presenti nella banca dati:
Morfologia
Il fungo produce degli organi di diffusione (conidiofori) in modo abbondante. Tali conidiofori sono più o meno eretti, ialini, con parecchi verticilli di 3-4 fìalidi. I conidi, ellissoidali o cilindrici-corti, sono ialini, principalmente unicellulari occasionalmente uni-settati e misurano 2,5-6(-8) x 1,4-3,2 μm. Il micelio è di colore grigio – scuro e si forma solo in associazione con i microsclerozi. Le Clamidospore risultano assenti.
Le colonie hanno uno sviluppo moderatamente lento su substrati generici (PDA e MA), raggiungono 1,8 – 2,7 cm di diametro in 10 giorni a 20°C oppure 5,5 – 5,8 cm di diametro in 15 giorni a 20-25°C. Sono bianche e fioccose; a rovescio divengono nere successivamente e con il tempo in seguito alla formazione dei microsclerozi.
Le uniche strutture di conservazione prodotte sono rappresentate da microsclerozi di colore bruno scuro o nero, torulosi e consistono in cellule dilatate, globose e appressate. I Microsclerozi hanno origine da una sola ifa o da ife adiacenti in seguito a suddivisione multilaterale in setti. Sono più o meno allungati con dimensioni molto variabili sia in senso longitudinale e sia in senso trasversale: 50-200 x 15-50(- 100) μm. In vitro comunemente appare qualche settore senza microsclerozi. In coltura, generalmente i microsclerozi si formano nella parte centrale della colonia.
Sintomatologia Generale
V. dahliae è un agente di tracheomicosi (agente dell’avvizzimento – wild diseases) molto frequente su piante coltivate e non. I sintomi comuni sono costituiti da flaccidità e clorosi fogliare seguite da avvizzimento permanente che in tempi variabili spesso conduce alla morte delle piante.
Nelle piante erbacee i sintomi sulle foglie generalmente si originano in successione acropeta e basipeta spesso mostranti settori con clorosi e necrosi fogliare che risulta dall’infezione di una parte dei tessuti vascolari. L’infezione vascolare si evidenzia comunemente attraverso decolorazioni e striature scure delle sezioni dei fusti.
Il patogeno persiste nel terreno per lunghi periodi, inizialmente come residuo micelico sulle piante ospiti e successivamente formando liberi microsclerozi. Quest’ultimi vanno ad infettare le radici delle piante in seguito a contatto. I problemi legati alla persistenza ed all’insorgere degli attacchi di Verticillium dahliae sono legati anche alla persistenza o alla rotazione colturale con specie suscettibili al patogeno.
Su alcune piante è stata dimostrata la trasmissione del patogeno fungino direttamente dal seme infetto.
La trasmissione del patogeno avviene anche attraverso l’attività di alcuni nematodi. È stata dimostrata l’influenza di Pratylenchus penetrans su Pomodoro, Pratylenchus minyus su Peperone e Globodera rostochiensis su Patata.
Ciclo Biologico
La temperatura ottimale di crescita è 23-25 °C. Il punto termico di morte nel terreno è 57,5 °C per 30 minuti. È da considerarsi che alcuni isolati del patogeno fungino in oggetto sono sopravvissuti a temperature estreme: da –30°C a + 80°C nel suolo.
In acqua il punto termico di morte è più basso: 47°C per conidi ed ife per 5 minuti e 47°C per 10 minuti per i microsclerozi.
Il range ottimale per lo sviluppo in relazione al pH è di 5,3-7,2. I microsclerozi si formano in 2-5 giorni ad un intervallo di temperature ottimale di 18-30°C; non vengono prodotti a temperature superiori ai 30-32°C.
V dahliae si distingue da V. albo-atrum in primo luogo per essere più termofilo e per la presenza di microsclerozi tipici, formando delle colonie che con il tempo diventano scure (nerastre) in seguito alla formazione di microsclerozi stessi. Inoltre sui tessuti attaccati la parte basale dei conidiofori di V. albo-atrum è spesso scura a differenza di V. dahliae.