Cocciniglia nera della vite

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 Più diffusa rispetto alle cocciniglie farinose, ma non in modo  tale da creare preoccupazioni ai viticoltori, questo diaspidide è  in grado di causare evidenti stati di deperimento solo in caso di  forti attacchi.

Questa cocciniglia, che in Toscana risulta diffusa soprattutto  in impianti vecchi e molto vigorosi, è tenuta a freno da numerosi nemici naturali, principalmente dall’afelinide Coccophagoides  moeris (Wlk.) da coleotteri predatori del genere Cybocephalus e da coccinellidi.

Targionia vitis sverna come femmina adulta sotto il ritidoma, in primavera partorisce neanidi già formate che vanno a fissarsi a contatto con il tessuto vivo, dove si sviluppano e si accoppiano e dove sverneranno come femmine fecondate. La specie compie una sola generazione. I danni consistono principalmente nella sottrazione di linfa. Secondo alcuni Autori forti attacchi di questa cocciniglia possono causare ridotto sviluppo dei tralci, anticipata caduta delle foglie, ritardi nella maturazione dei  grappoli ed un progressivo indebolimento generale.

Generalmente non risultano necessari interventi diretti contro  questo coccide poiché l’attività dei suoi antagonisti, la potatura ed alcune tecniche colturali come la spazzolatura delle parti attaccate sono in grado di contenere il suo sviluppo. Solo in caso di densità di popolazioni molto elevate può risultare necessario intervenire alla comparsa delle prime neanidi con insetticidi specifici, limitando il trattamento al settore del vigneto realmente infestato.

Last Update 18-01-2011
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