Eutypa lata (Pers.: Fr.) Tul. & C. Tul.
(Anamorfo) Libertella blepharis A.L. Sm.
Si tratta di una malattia del legno causata da un fungo ascomicete, Eutypa lata, che è presente in tutto il mondo sia su vite che su altri ospiti, in particolare su albicocco. Sulla vite causa danni notevoli in molte aree viticole (in particolare in Francia, Australia, California) sia per la perdita di produzione, sia per la progressiva morte delle piante infette. In Italia è presente dal 1985 e ha inizialmente causato danni soprattutto nel Nord Italia. In Toscana la sua presenza è tutt’ora occasionale e, se rapidamente limitata, raramente causa danni considerevoli.
Sintomatologia e danni
Le infezioni nel legno da parte di E. lata determinano con il tempo (2-3 anni dall’infezione) sintomi fogliari caratteristici ma evidenti soltanto poco dopo la ripresa vegetativa, fra maggio e giugno, su tutta o su parte della pianta. Difficilmente si notano sintomi in piante più giovani di 8-10 anni. La pianta infetta si distingue bene dalla vegetazione di piante sane per la presenza di germogli stentati, con internodi corti, a crescita affastellata e irregolare (formano spesso veri e propri scopazzi in seguito al germogliamento di numerose gemme avventizie). Le foglie hanno un colore verde pallido, sono piccole, deformate, con margine frastagliato e irregolare, spesso ripiegate a coppa, e presentano piccole necrosi sul lembo fogliare o lungo i margini. Sui grappolini si ha una grave colatura, fino al disseccamento completo o comunque allo sviluppo di acini piccoli e inutilizzabili. Questi germogli stentati vanno presto incontro al totale disseccamento e, dato che l’attività del fungo è ostacolata dalle alte temperature, può essere sostituita da nuovi germogli che hanno un aspetto perfettamente normale, anche se la produzione è ormai compromessa. In corrispondenza dei sintomi fogliari nelle branche, talvolta fino al tronco principale, si possono individuare con tagli trasversali settori di legno imbrunito testimoni della presenza dell’infezione. Il fungo una volta penetrato da una ferita di potatura si localizza in un settore di legno compreso fra due raggi midollari determinando la formazione di un cancro, cioè la necrosi del cambio e del tessuto corticale, e qui prosegue la colonizzazione del legno estendendosi lungo la branca o il tronco anche per qualche decina di centimetri. Il settore di legno colonizzato ha un colore bruno, bruno-grigio o violaceo analogo a quello che si può trovare associato ad alcuni agenti del mal dell’esca, e spesso si nota la coesistenza di vari tipi di necrosi del legno o anche di carie per la contemporanea colonizzazione delle ferite da parte di spore degli agenti fungini di entrambe le malattie. In queste piante si possono così individuare anche i sintomi fogliari delle due malattie nello stesso anno o in annate diverse. Le porzioni di pianta con legno infetto tendono a disseccare, spesso non riprendono la vegetazione l’anno successivo, fino, con il tempo, a portare a morte la pianta. Anche nel caso dell’eutipiosi comunque si può verificare l’apparente e temporanea oscillazione della comparsa dei sintomi da un anno all’altro.
Tecnica diagnostica
I sintomi fogliari sono molto caratteristici e non confondibili con altre malattie se non, raramente e solo in certa misura, con effetti ritardati di diserbanti sistemici Il taglio trasversale della branca che mostra i sintomi fogliari o la mancata ripresa vegetativa rivela chiaramente la presenza del caratteristico settore necrotico, da solo o insieme ad altri tipi di necrosi. In presenza dei tipici sintomi fogliari può essere superflua la verifica attraverso isolamenti su coltura artificiale della presenza dell’agente patogeno.
Tecniche di campionamento
E’ indispensabile prelevare la porzione di tessuto legnoso con presenza di necrosi a cui sono associati anche i sintomi fogliari fogliari per effettuare i necessari accertamenti di laboratorio. Meglio se sono presenti anche i tralci per la conferma dei caratteristici sintomi fogliari.
Difesa
La difesa dagli attacchi di eutipiosi è essenzialmente preventiva. Si basa sull’eliminazione dell’inoculo e sulla protezione delle vie di ingresso del patogeno, ovvero le ferite, dato che, al contrario di altre malattie come quelle del complesso del mal dell’esca, l’unica modalità di infezione è proprio quella a carico delle ferite tramite inoculo portato dal vento o da schizzi di pioggia. Le precauzioni da adottare sono di seguito elencate.
• distruzione col fuoco dei ceppi o delle porzioni di branche rimossi dal vigneto;
• ritardare il più possibile le potature almeno nei vigneti dove si sono già registrati attacchi (presenza di fonti di inoculo) e nei vitigni più sensibili;
• evitare sempre di potare nei giorni immediatamente successivi a una pioggia (momenti di massima produzione di inoculo per tutti i funghi agenti di malattie del legno) tanto di più se ventosi;
• evitare al massimo i grossi tagli
• i tagli più grossi e in generale tutte le ferite di potatura (soprattutto se da tralci di età superiore ai 2 anni) dovrebbero essere protette con mastici, o con le ancor più efficaci colle viniliche, possibilmente contenenti fungicidi entro poche ore dal taglio.
Se si individuano poche piante nel vigneto con sintomi di eutipiosi si può procedere all’eliminazione delle piante intere per ridurre la presenza di inoculo in vigneto. È anche possibile recuperare la pianta eliminando il fusto contenente la porzione infetta, previa attenta disinfezione degli strumenti di potatura, 10-