Metcalfa pruinosa appartiene all’ordine dei Rincoti, famiglia Flatidae. La presenza in Europa di questo insetto di origine nordamericana è stata rilevata per la prima volta in Veneto nel 1979. Da quel primo focolaio, in Italia, la specie si è diffusa rapidamente in tutte le regioni del centro nord. In Toscana è stata segnalata nel 1989 e ha completato la colonizzazione del territorio nazionale nel 1997. Nonostante che la vistosità degli attacchi possa aver determinato, e ancora oggi provoca, allarmismo nei viticoltori, allo stato attuale, non si sono verificate perdite significative di prodotto dovute a danni diretti dell’insetto.
Sintomatologia specifica e Danni
I danni che l’insetto arreca alle colture ed in modo particolare alla vite, sono molto evidenti, ma di solito ben tollerati: si tratta di melata emessa sulle foglie da ninfe e neanidi con conseguenti stratificazioni di fumaggine e delle fioccose produzioni di cera prodotta dalle colonie. Solo in casi sporadici vengono segnalati danni diretti dovuti a sottrazione di linfa e deformazione dei frutti. Possono ritenersi eventualmente a rischio solo quelle colture che devono conferire prodotti esteticamente perfetti. Non è stata riscontrata la capacità della metcalfa di trasmettere virus o fitoplasmi.
Strategie di Difesa
Il proliferare dell’insetto insediato nel nuovo territorio è in gran parte dovuto alla mancanza di nemici naturali che lo contengano: mentre nelle regioni d’origine l’imenottero driinide Neodrynus thyphlocybae riesce a limitare le popolazioni; in Toscana sono attivi solo predatori generici quali larve di crisopidi, coccinellidi e uccelli insettivori. Visti i risultati positivi di acclimatazione in altre regioni, anche nella nostra regione sono stati effettuati lanci inoculativi del parassitoide N. thyphlocibae, e i risultati allo stato attuale sembra che siano soddisfacenti. Parlando delle possibilità di controllo, si può affermare che attualmente nei comprensori viticoli regionali la lotta chimica diretta contro la metcalfa non risulta opportuna, poiché il suo sviluppo è normalmente tenuto a freno da trattamenti indirizzati verso altri fitofagi della vite (cicaline e tignole). In caso di attacchi di una certa consistenza è comunque preferibile il ricorso a lavaggi con soluzioni acquose dilavanti a base di nitrato potassico, alla dose consigliata per le microconcimazioni fogliari di 400 g/hl o con bagnanti. Questi avranno l’effetto di liberare la vegetazione dalle forme giovanili infestanti che cadono al suolo senza essere uccise. Le soluzioni dilavanti inoltre sciolgono la melata e la cera prodotta dalla metcalfa, ripulendo la vegetazione. Il trattamento deve essere fatto il più tardi possibile prima della comparsa degli adulti.