Presente in quasi tutta Europa
E’ un coleottero della famiglia dei meloidi; l’adulto, della dimensione di 1,5-2,5 cm., si presenta di un bel colore verde metallico brillante, ha antenne nerastre ingrossate nella parte distale e gli ultimi segmenti delle zampe sono neri con riflessi azzurrognoli.
Le femmine depongono le uova nel terreno, in una fossetta profonda un paio di centimetri, che poi ricoprono con terra; dopo 15-20 giorni dalle uova nascono larve che, infossate nel terreno, rimangono inattive per qualche giorno per consolidare la cuticola, dopodiché raggiungono i nidi di imenotteri apidi e penetrano dentro le celle per nutrirsi delle forme preimmaginali dell’ospite e delle sue provviste. A maturità scavano una fossetta nel terreno per svernare; a primavera raggiungono lo stadio di pupa. Gli adulti compaiono in genere nei mesi di maggio e giugno. Essi nelle prime del mattino e a fine giornata si concentrano in numero elevato e si portano in sciame nella parte alta della chioma dove si nutrono delle foglie e delle parti più tenere dei rametti. Con l’innalzarsi della temperatura si disperdono nella macchia spontanea circostante.
I danni prodotti alle piante possono essere ingenti, dato che gli adulti, spostandosi in gruppo, visitano 5-6 piante per volta e, dopo essersi nutriti voracemente della maggior parte degli apici vegetativi, passano rapidamente in quelle vicine. Le cantaridi producono gravi erosioni su tutta la lamina fogliare, senza però intaccare la nervatura centrale; le infestazioni interessano principalmente la parte più alta della chioma, che risulta notevolmente defogliata. La presenza della cantaride può essere ben evidenziata , anche a distanza, per il particolare odore sgradevole emesso dagli adulti.
La notevole voracità dell’insetto impone interventi tempestivi; in caso di limitata presenza si può pensare alla raccolta degli adulti caduti a terra a seguito della scrollatura delle piante, oppure, in caso di notevoli infestazioni, si può ricorrere a trattamenti chimici con piretroidi; questi ultimi vanno effettuati solo sulle piante interessate dal fitofago. Comunque, in entrambi i casi, è consigliabile di operare nelle ore più fresche della giornata, quando l’insetto non è in piena attività.