Presente in tutti i paesi olivicoli mediterranei
L’adulto di questo dittero cecidomide, di colore nero, raggiunge i 3 mm. di lunghezza; la femmina presenta i segmenti dell’addome aranciati, mentre nel maschio sono grigiastri.
L’uovo è ellittico, di colore ialino; la larva neonata è trasparente e successivamente si colora di arancio. Dall’inizio di maggio fino alla fine di settembre si accavallano 3-4 generazioni, così che per tutta la buona stagione si ha la presenza continua e contemporanea di tutti gli stadi dell’insetto.
Sverna sotto forma di larva, in stato di quiescenza, mentre i primi adulti compaiono in primavera ed hanno vita molto breve (2-3 giorni). Le femmine depongono le uova, in gruppi di 10-30, in corrispondenza della zona cambiale, utilizzando spaccature della corteccia preesistenti, in quanto l’ovodepositore non ha capacità di perforazione; le larve, sviluppate nella zona subcorticale, fuoriescono dopo 21-35 giorni, attraverso la stessa fessura utilizzata per l’ovodeposizione o attraverso altre ferite e si lasciano cadere al suolo, dove rimangono fino al raggiumgimento dello stadio adulto.
Si segnalano nemici naturali del moscerino suggiscorza: un eupelmide (Eupelmus spp.), due platigastridi ed un acaro del genere Piemotes, che preda le larve in accrescimento.
I danni maggiori si manifestano soprattutto su fusto e rami di olivo con meno di cinque anni di età, che presentano ferite da varie cause. Intorno al punto della deposizione si sviluppa una necrosi localizzata della corteccia, delle dimensioni di 6-8 cmq. In primavera ed estate si possono riconoscere esternamente i danni sotto forma di depressioni, screpolature e modificazioni di colore della corteccia, che ingiallisce o arrossisce. Le parti soprastanti le zone attaccate possono disseccarsi del tutto o in parte, a seconda che la necrosi provocata dalla larva abbracci per intero o parzialmente la circonferenza del fusto o dei rami; in questo modo è compromesso l’accrescimento della pianta. I tessuti così alterati vengono spesso attaccati da organismi secondari.
La difesa da questo cecidomide si basa fondamentalmente su criteri preventivi tesi a ridurre la cause predisponenti le ferite. Non essendo razionale la lotta chimica a causa della profondità delle larve nel tessuto dell’ospite, si consiglia l’asportazione e la distruzione delle parti attaccatedfdf