La presenza di questa cocciniglia, molto temuta dagli agricoltori, raramente ha causato gravi danni nella nostra regione poiché ha sempre trovato condizioni avverse al suo sviluppo ; è sufficiente infatti la realizzazione di corrette potature annuali volte ad equilibrare e ad arieggiare le chiome e la presenza di numerosi antagonisti naturali a limitare i danni del coccide. Nonostante questo la modificazione anche temporanea di alcune variabili climatiche o colturali può favorire lo sviluppo di infestazioni localizzate anche di notevole intensità, come peraltro è accaduto in alcune zone olivicole regionali in questi ultimi anni.
Pertanto, al fine di ridurre il rischio di sviluppo di infestazioni contenibili solo con mezzi chimici, si rende necessaria una costante verifica della presenza del parassita.
Saissetia oleae è diffusa in tutte le aree olivicole del bacino mediterraneo, è una specie polifaga che vive su un numero molto elevato di specie vegetali spontanee o coltivate.
L'uovo, di colore salmone aranciato, è di forma ellittica e presenta un diametro di circa 0,3 mm.
Le larve, piatte e di forma ovale, alla nascita presentano un colore giallo ocra che con il procedere dello sviluppo vira al bruno.
Le larve di primo stadio hanno una lunghezza di 0,4 mm. ed una larghezza di 0,2 mm. e presentano un colore ambra chiaro. Si trovano nella pagina inferiore delle foglie soprattutto in prossimità del peduncolo.
Le larve di secondo stadio sono dello stesso colore ed hanno una dimensione maggiore. Sulla superficie dorsale si formano delle creste ad angolo retto che vanno a costituire la caratteristica H che contraddistingue la specie.
Le larve di terzo stadio sono più grandi di quelle di secondo e presentano una H più marcata ed una forma circolare.
Le larve di questi tre stadi di sviluppo sono dette mobili in contrapposizione alla femmina allo stadio adulto che è fissa. La larva di primo stadio è la più mobile.
La femmina adulta presenta forma semisferica, lunghezza di 3-5 mm. e larghezza di 2-3 mm. Le creste che formano l’H caratteristica della specie sono nettamente marcate. Con l’età il colore passa da bruno a nero. La riproduzione avviene per partenogenesi con una deposizione variabile da 800 a 2500 uova. La schiusura avviene da fine giugno a metà settembre.
Saissetia oleae presenta generalmente una generazione all’anno, solo in regioni o in annate con condizioni climatiche favorevoli può compiere una seconda generazione. Sverna come larva di secondo e terzo stadio il cui sviluppo si completa nel mese di aprile, periodo in cui compaiono le prime femmine mature. Poiché la ovodeposizione avviene nel corso di tre mesi, sulle piante si ritrovano contemporaneamente i diversi stadi di sviluppo (L1, L2, L3 e femmine giovani). Questo assume un importanza preponderante nella scelta delle strategie di difesa.
Le temperature estive molto elevate e quelle invernali molto basse limitano lo sviluppo di questo coccide.
Tra i nemici naturali sono presenti numerosi parassiti endofagi delle larve come gli encirtidi Metaphycus flavus How., M. lounsbury How., M. helvolus Compere, Coccophagus lycimnia Walker, C. scutellaris Dalman ed altri. Tra i predatori assumono notevole importanza lo pteromalide Scutellista cyanea Motsch, il lepidottero nottuide Eublema scitula Rbr., i coccinellidi
Exochomus quadripustulatus Al., Chilocorus bipustulatus L., il neurottero Chrysoperla carnea Stephens e molti altri caratterizzati però da una minore diffusione.
I danni diretti causati dalla cocciniglia sono dovuti alla suzione di linfa. Questa attività, trascurabile con popolazioni limitate, diviene preoccupante quando le popolazioni di S. oleae raggiungono livelli di una certa consistenza.
I danni indiretti sono però causati anche prima del raggiungimento di questa soglia poiché la melata zuccherina emessa dalle cocciniglie costituisce un substrato di sviluppo per un complesso di funghi chiamato comunemente fumaggine.
La fumaggine si presenta sotto forma di un rivestimento nerastro che, nei casi peggiori, può ricoprire anche tutta la pianta (foglie, rami, tronco). Ciò ostacola la respirazione e la fotosintesi. La pianta a poco a poco perde vigore anche a seguito della perdita delle foglie. I germogli sono atrofici ed il numero di fiori formati è ridotto.
Questa strategia di lotta prevede interventi diretti contro gli stadi mobili. Le larve ai primi stadi di sviluppo sono le più sensibili ai trattamenti. E’ contro questi stadi larvali che devono essere indirizzati gli interventi di difesa in quanto le neanidi di terza età e le femmine sono difficilmente raggiungibili dagli insetticidi.
La soglia di intervento viene calcolata contando il numero delle forme giovanili presenti su 100 foglie o su 100 germogli raccolti a caso nella parte bassa delle chioma.
Quando la densità media della popolazione è di 2 - 5 neanidi per foglia o di una neanide per centimetro di rametto, si ritiene conveniente l’intervento insetticida.
Per trattare efficacemente si deve evitare l’impiego di insetticidi classici poiché questi prodotti oltre alla cocciniglia distruggono i suoi antagonisti naturali.
Si devono privilegiare gli insetticidi regolatori di crescita (buprofezin), tenuto conto che la cocciniglia a differenza degli altri insetti che raggiungono rapidamente lo stadio adulto, passa la maggior parte delle sua vita nelle forme larvali.
Anche gli oli minerali leggeri (olio bianco) ed il polisolfuro di bario a bassi dosaggi (3 Kg./hl) presentano buone caratteristiche di efficacia e selettività. Fra gli esteri fosforici trova ricorrente impiego il quinalfos.
In caso di attacchi consistenti è possibile mettere in atto una delle seguenti strategie :
· Trattamento con olio bianco attivato con buprofezin alla schiusura dell’80% delle uova.
· In caso di un prolungato periodo di schiusura un primo trattamento con buprofezin ed uno, successivo ai caldi estivi, con olio bianco.
Per questo tipo di difesa si utilizza l'imenottero calcidoideo Metaphycus bartletti, un nemico naturale della cocciniglia. E' un insetto della lunghezza di un millimetro, di colore bruno con riflessi metallici, la femmina ha dimensioni superiori a quelle del maschio.
Le uova vengono deposte nel corpo della Saissetia oleae, all'interno di esso si sviluppano le larve che provocano la morte dell'ospite. Al termine dello sviluppo le larve lasciano la cocciniglia praticando un foro di uscita nello scudetto. M. bartletti depone le uova solo nel corpo delle larve di terzo stadio e talvolta in quello delle giovani femmine. L'immissione del parrassitoide viene fatta in primavera , la colonizzazione dell'oliveto avviene in una stagione.
Prima di introdurre il Metaphycus bartletti si deve tenere conto di alcuni fattori:
Momento della potatura: al momento dell'immissione la potatura deve essere terminata al fine di evitare la soppressione delle prime cocciniglie parassitizzate. Con la potatura si ridurrà anche la popolazione di cocciniglia presente sulle piante. Prima di eseguire il trattamento rameico primaverile dovranno trascorrere 15 giorni dal lancio degli ausiliari.
Numero di piante presenti nell'oliveto e numero di piante attaccate:
Livello di attacco sulle piante:
- Livello 0: nessuna cocciniglia.
- Livello 1: presenza di qualche cocciniglia e leggera fumaggine.
- Livello 2: (attacco medio) cocciniglie facilmente visibili, presenza di fumaggine sulle foglie e sul legno. Alcuni rami sono colpiti.
- Livello 3: (forte attacco) presenza di cocciniglie sulla maggior parte dei rami osservati. Presenza di fumaggine sul legno e sulle foglie in strati spessi. Certi rami sono defogliati.
Il numero di individui del parassitoide da immettere e la strategia di immissione dovranno tenere conto del livello di infestazione:
- Livello 1: introdurre 5 M. bartletti per pianta
- Livello 2: introdurre 10 M. bartletti per pianta
- Livello 3: eseguire per prima cosa un trattamento chimico con un regolatore di crescita per limitare il livello di infestazione.
La lotta biologica potrà essere così più efficace e meno costosa.
Le normali cure colturali possono essere considerate come un metodo di difesa "ecolgico". Infatti le uova e le larve della cocciniglia sono sensibili alle alte temperature ed al clima secco, potando con regolarità gli olivi si crea a livello della pianta un microclima sfavorevole allo sviluppo dell'insetto.
Anche le concimazioni bilanciate, evitando forti apporti di azoto, ed un uso limitato e corretto dell'irrigazione rendono le piante meno soggette all'attacco della Saissetia oleae.
Prevenzione degli attacchi
Strategie di difesa biologica
Strategie di difesa chimica
Danni
Antagonisti naturali
Biologia
Descrizione
Distribuzione