Punteruolo rosso

SchedaSintomi
Morfologia
La presenza di questo coleottero mette a rischio la sopravvivenza delle palme ornamentali presenti nei giardini pubblici e privati situati in particolare nelle aree litoranee.
Per limitarne la diffusione è necessario saper riconoscere l’insetto e i suoi stadi di sviluppo, le sue abitudini e i sintomi che presentano le palme attaccate.
 
Diffusione
Rhynchophorus ferrugineus
(Olivier), comunemente conosciuto come Punteruolo rosso della palma per la sua livrea di colore rosso scuro, è un coleottero curculionide originario dell’Asia meridionale e della Melanesia che risulta molto dannoso a numerose specie di palme. Nel 1994 l’insetto è comparso per la prima volta in Spagna. La prima segnalazione in Italia è del 2004, dal 2005 è stato rinvenuto in Sicilia, Campania, Lazio, Puglia ed il suo areale di diffusione è in continua espansione.
In Toscana la prima rilevazione è del 2004 in un vivaio da dove l’insetto è stato immediatamente eliminato.

Nel gennaio 2011 è stato ritrovato nei dintorni di Lucca e nell’agosto/settembre 2011 a Pietrasanta e Viareggio.
 

Identificazione
L’insetto è in grado di svilupparsi a spese di numerose specie di Arecaceae tra cui le più colpite sono Phoenix canariensis, Phoenix dactilifera, Phoenix robeleinii.
La specie è stata segnalata anche su
Cocos nucifera, Trachycarpus fortunei, Washingtonia sp. e numerose altre palme meno diffuse in Italia.

Danni
Il Punteruolo rosso è un organismo nocivo oggetto di misura di emergenza da parte della Comunità Europea (Decisione 2007/365/CE “Misure d’emergenza per impedire l’introduzione e la diffusione nella Comunità di Rhynchophorus ferrugineus”) In Italia è in vigore il DM 07/02/2011 “Disposizioni sulla lotta obbligatoria contro il Punteruolo rosso della palma Rhynchophorus ferrugineus”.
Conformemente a quanto previsto dalla misura di emergenza comunitaria la Regione Toscana ha prodotto un “Piano regionale di azione per contrastare la diffusione del Punteruolo rosso” nonché i piani di azione specifici relativi ai ritrovamenti puntuali (pubblicati sul sito web della Regione Toscana). La lotta è pertanto obbligatoria su specifiche disposizioni del Servizio Fitosanitario della Regione Toscana richiamate nei piani di azione.

 
Morfologia
Adulto
L’adulto di colore variabile dal ruggine al marrone rossastro presenta alcune macchioline nere nella parte superiore del torace. La lunghezza è compresa tra 19 e 45 mm mentre la larghezza varia da 11,50 a 15,50 mm. L’adulto è caratterizzato dalla presenza di un lungo rostro ricurvo, che nel maschio è più accentuato e coperto da una peluria brunastra, alla base del quale si inseriscono le antenne. Le elitre sono striate e sono leggermente e di colore leggermente più scuro.
Uovo
L’uovo misura da 2,5 a 3,9 mm di lunghezza, è di forma ovale, allungato, generalmente più largo alla base; il colore può variare dal bianco giallastro al marrone.
Larva
La larva, apoda, è lunga da 35 a 50 mm, il colore è biancastro e presenta con un capo fortemente sclerificato ed arrotondato di colore marrone.
Pupa
La pupa, che misura da 35 a 50 mm, è inizialmente di colore bianco crema che col tempo vira al marrone.
In genere questo stadio è protetto all’interno di un pupario costruito dalla larva con le fibre della pianta;
all’interno tali fibre risultano molto serrate e rivestite da uno strato liscio impermeabile. Il bozzolo misura circa 80 x 35 mm, è di forma ovale leggermente allungata.
 
Ciclo biologico e potenziale biotico
L’ insetto vive all’interno della palma, dove compie tutto il suo ciclo vitale. Gli adulti, che vivono fino a 6 mesi, sono in grado di compiere voli lunghi fino a un chilometro. Le femmine, poligame, depongono in media 200 uova (max 700) in piccole cavità del tronco o in corrispondenza delle superfici di taglio delle foglie. Dopo 2-5 giorni dalla ovideposizione nascono le larve che si introducono nella palma e si cibano dei tessuti della stessa. Le larve si spostano all’interno della pianta scavando gallerie e larghe cavità che diventano il luogo ideale per lo sviluppo dell’insetto. Le larve attive si possono rinvenire in qualsiasi parte della palma fino al colletto. Il periodo di sviluppo larvale varia, secondo la stagione, da 1 a 3 mesi. A maturità le larve si impupano in un bozzolo cilindrico formato da strati fibrosi, generalmente questa fase avviene nelle parti più esterne del fusto e del rachide. Dopo 20-30 giorni l’adulto è completamente sviluppato ma rimane all’interno della palma anche per diversi giorni prima di abbandonare la pianta ospite e infestare nuove piante. L’intero ciclo dura circa 4 mesi e nella stessa pianta si sovrappongono più generazioni dell’insetto fino a distruzione della pianta ospite.

Il potenziale biotico di questa specie è enorme; ad esempio in prima generazione 80 femmine in 3-6 mesi sono in grado di deporre fino a 16.000 uova da cui possono nascere fino a 6400 femmine. Queste a loro volta deporranno nell’arco di 6 -12 mesi fino a 1.280.000 uova originando la seconda generazione.
 
Danni
I danni causati dalle larve sono visibili solo in una fase avanzata dell’infestazione. I sintomi esteriori dell’attacco del curculionide sono rappresentati dall’anomalo portamento della chioma che perde la sua simmetria verticale e che successivamente si mostra completamente divaricata con l’aspetto ad ombrello aperto. Nelle fasi terminali la chioma della palma appare come “capitozzata” e collassa. In questa
fase si manifesta la migrazione di massa degli adulti presenti all’interno dello stipite per la ricerca di un nuovo esemplare di palma del quale alimentarsi.
 
Interventi di difesa
Dato il lungo periodo in cui le larve restano all’interno della pianta esse risultano difficilmente raggiungibili dai comuni antiparassitari. Appare evidente la necessità di impedire preventivamente l’ingresso delle larve e soprattutto l’esigenza di prestare la massima attenzione per individuare precocemente il momento dei loro primi insediamenti al fine di intervenire con tempestività.
 
Prevenzione
Per prevenire le infestazioni è necessario mantenere le piante nelle migliori condizioni vegetazionali adottando tutti gli accorgimenti tecnici che permettano di evitare o limitare l’insediamento del parassita.

Gli interventi di profilassi a cui devono attenersi tutti i proprietari di palme sono i seguenti:

- ispezionare periodicamente in maniera accurata tutte le piante suscettibili di attacco da parte del coleottero in questione;

- impiegare trappole innescate con feromone di aggregazione per il monitoraggio degli adulti;

- effettuare una accurata potatura delle vecchie foglie e delle infiorescenze secche, eliminazione delle guaine
fogliari, dei residui organici, ecc.;
- evitare i tagli delle foglie verdi o, se indispensabili, effettuarli nel periodo invernale operando un taglio “alto” cioè conservando un metro di moncone della foglia che potrà essere asportata successivamente quando secca;

- coprire e disinfettare le ferite eventualmente presenti o procurate nelle operazioni di trasporto e/o potatura con mastici o paste insetticide.
 
Difesa
La strategia più diffusa per la difesa dagli attacchi di questo insetto è quella chimica. Questa può essere

realizzata sia con irrorazioni esterne localizzate dirette all’apice vegetativo delle piante infestate, sia con interventi endoterapici. Questi ultimi consistono nella iniezione diretta nel tronco, poco sotto la chioma, di soluzioni insetticide attraverso l’utilizzazione di apposite apparecchiature. Questa metodologia consente di far arrivare la miscela in tutti gli organi vegetativi della palma per curare e controllare le larve presenti nelle gallerie difficilmente raggiungibili da trattamenti tradizionali.

Il trattamento insetticida dovrà essere realizzato sulla pianta attaccata e su tutte le altre palme presenti nel raggio di circa 1.000 metri dal punto in cui è stata rilevata la presenza d’insetto.

Per la lotta chimica possono essere utilizzati esclusivamente gli insetticidi registrati per l’impiego su piante ornamentali (PPO) che siano stati appositamente autorizzati in via provvisoria dal Ministero della Salute.

In alternativa alla lotta chimica possono essere applicate tecniche di tipo meccanico come ad esempio la dendrochirurgia. Questa consiste nella graduale asportazione dei tessuti infestati cercando di rimuovere

completamente le forme vitali dell’insetto (adulti, larve, pupe e uova). La rimozione dei tessuti infestati non deve comunque compromettere l’apice vegetativo dal quale la pianta ha la possibilità di rigermogliare.
Corre l’obbligo di ricordare che queste operazioni devono essere realizzate solo da personale specializzato. Anche la lotta biologica con Nematodi entomoparassiti del genere Steinernema ha dato risultati interessanti.
Questi organismi sono in grado di penetrare nelle gallerie e raggiungere le larve, permettendo perciò un intervento anche in fase curativa. Sono ancora in sperimentazione le tecniche di cattura massale degli adulti con apposite trappole innescate con feromoni e con sostanze zuccherine, l’impiego di funghi entomopatogeni e l’ utilizzazione di micro onde.
 

Misure fi tosanitarie e prescrizioni per il controllo del Rhynchophorus ferrugineus
Misure preventive

Abbattimento

Il metodo più sicuro per evitare la diffusione di R. ferrugineus è rappresentato dalla distruzione delle parti attaccate, di piante secche o gravemente compromesse. I proprietari delle piante da abbattere devono comunicare al SFR la data di inizio delle operazioni di abbattimento, queste dovranno essere effettuate alla presenza di un Ispettore Fitosanitario che dovrà verificarne la corretta realizzazione secondo modalità atte a ridurre i rischi di diffusione dell’infestazione.
In particolare:
1) l’abbattimento deve essere effettuato possibilmente nelle prime ore del mattino di giornate fresche, evitando giorni con forte piovosità che può rallentare l’esecuzione degli interventi e giornate con ventosità
eccessiva che può favorire il volo degli adulti;
2) le dimensioni del cantiere devono essere tali da permettere che le operazioni di abbattimento siano effettuate in sicurezza tenendo conto degli spazi occorrenti alle macchine operatrici e delle dimensioni della pianta da abbattere;
3) deve essere predisposta la copertura dell’area sottostante la proiezione della pianta da abbattere con un telone di plastica dello spessore di almeno 0,20 millimetri al fine di agevolare le operazione di raccolta delle parti vegetali tagliate e di tutti gli stadi di sviluppo dell’insetto;
4) in caso di piante di notevoli dimensioni si procederà con il taglio a sezioni, avvalendosi anche di carro gru, asportando per prima le foglie e l’apice vegetativo, evitando la caduta libera a terra;
5) se in occasione del taglio si rilevano cavità con presenza di larve o adulti le parti tagliate devono essere tempestivamente chiuse in buste di plastica;
6) in caso di abbattimento di piante di ridotte dimensioni può essere previsto direttamente il taglio del tronco al di sotto del colletto della pianta con o senza la rimozione della ceppaia, tenuto conto che di solito il
R. ferrugineus non attacca tale organo della pianta;
7) raccolta e imbustamento di tutti i residui caduti sul telone di plastica a fine operazione di abbattimento della singola pianta.

Distruzione della piante abbattute
Le piante abbattute devono essere cippate/triturate possibilmente in loco e in seguito incenerite in siti autorizzati. Il sito di distruzione deve essere quanto più possibile vicino al luogo delle operazioni di abbattimento.

Durante il trasporto deve essere assicurato che il carico non venga disperso accidentalmente per cui deve avvenire con camion chiusi o telonati Il materiale di risulta ottenuto deve avere dimensioni non superiori ai 2 cm; a seconda delle caratteristiche può essere trattato ulteriormente con un insetticida di contatto, sottoposto a trattamento termico (130 °C per 3 minuti) o destinato a centri di compostaggio, ecc. In alternativa può essere interrato ad almeno 3 m di profondità in discarica autorizzata.
Last Update 18-01-2011
Regione Toscana Via Pietrapiana 30 50121 Firenze