Verticilliosi dell'Olivo

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Pur essendo stata rilevata sia in vecchi oliveti che in nuovi impianti specializzati è su questi ultimi che la malattia si rende più pericolosa e facilmente diffusibile e pertanto può creare problemi reali di difficile soluzione. Non essendo disponibili validi metodi di lotta, la diagnosi tempestiva può contribuire a limitare il diffondersi dell’infezione.

Distribuzione


L’alterazione e’ stata segnalata oltre che in Italia anche in Francia, Grecia, Turchia, Spagna, Siria e U.S.A.

Descrizione e sintomi


La malattia determina generalmente il disseccamento di uno o più rami nella porzione medio alta della chioma.
Questi sintomi si manifestano all’inizio della primavera (marzo), crescono d’intensità con l’elevarsi della temperatura in aprile - maggio e si arrestano con le alte temperature estive; non si constatano nuovi disseccamenti nel periodo autunnale.
Sono colpiti dall’alterazione i rami a legno e a frutto, i polloni, l’estremità di branche con tutte le produzioni laterali ivi inserite. Su questi organi la prima sintomatologia è avvertibile sulle foglie dei getti apicali: queste assumono riflessi bronzei, iniziano a piegarsi a doccia, si disseccano bruscamente in coincidenza di condizioni termiche favorevoli rimanendo attaccate per molto tempo ai rami colpiti dal patogeno.
In queste fasi di rapido deperimento, sezioni trasversali e longitudinali degli organi colpiti manifestano un lieve imbrunimento dei tessuti legnosi destinati ad intensificarsi fino a raggiungere la necrosi con il trascorrere del tempo. Nel periodo estivo (giugno - luglio) a seguito della reazione della pianta si ha frequentemente l’emissione di nuovi germogli al di sotto delle zone alterate.

Danni


In giovani soggetti la malattia, provocando la perdita dell’estremità delle branche in formazione, compromette l’intero sistema di impalcatura della pianta.
Alcuni Autori riferiscono che attacchi su piante di 5 - 15 anni di età causano l’avvizzimento completo dopo 1-3 anni dalla comparsa dei primi sintomi esterni e che, in piante adulte di notevoli dimensioni, il patogeno determina la riduzione della vegetazione e la defogliazione delle branche non portando però a morte la pianta.

Strategie di prevenzione e difesa


Non sono segnalati attualmente interventi di lotta chimica e biologica, preventivi o curativi, di importanza pratica. La scelta di varietà resistenti alla malattia e l’asportazione chirurgica delle parti di pianta deperite o disseccate, con susseguente disinfezione dei tagli più grossi con una colla vinilica in con benomil all’1%, risultano gli unici criteri attuabili per la salvaguardia dell’oliveto.
Recenti ricerche sulla resistenza varietale indicano le cultivar Santagostino, Ascolana e Leccino molto suscettibili, Coratina e Frantoio tolleranti, Frangivento dotato di una certa resistenza, da confermare, alle popolazioni del fungo presenti in Italia.
Essendo Verticillium dahliae un patogeno che dimora nel terreno e che risulta in grado di infettare anche al pomodoro, melanzana e peperone l’eventuale consociazione di tali colture o la presenza di infestanti soggette agli attacchi del micete favorirà una più facile diffusione della malattia.
Sono allo studio metodi di difesa chimica tramite iniezione al tronco di fungicidi con capsule a pressione di tipo Mauget. Il principio attivo che nei primi saggi ha fornito i risultati più promettenti è il carbendazim.

Last Update 18-01-2011
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